La notte del 7 dicembre del 1991, dopo una lunga malattia che lo aveva colpito proprio nella parola e nella comunicazione, moriva a Massa Carrara S.E. Aldo Forzoni, già vescovo della diocesi di Diano-Teggiano dal 1961 al 1970.
Vocazione adulta, dopo una significativa esperienza lavorativa, fu ordinato sacerdote a Fiesole il 31 maggio 1940 ed eletto Vescovo di Gravina-Irsina il 14 maggio 1953. Trasferito alla diocesi di Diano-Teggiano nel 1961.
Grande figura di Vescovo, aveva vissuto la primavera della Chiesa nel Concilio Vaticano II° e non amava farsi chiamare Eccellenza, ma semplicemente Padre. Si presentava con un semplice talare e una semplice croce e amava stare in mezzo alla gente. Vescovo che amava i poveri, gli umili, gli emarginati gli ammalati gli anziani soli e abbandonati e i giovani. Metteva molto in risalto il valore della famiglia.

Quando prese possesso della Diocesi di Diano-Teggiano, ai piedi dell’obelisco di San Cono disse “Non vi porto nulla di mio, perché nulla sono, ho soltanto la capacità di mettermi a disposizione di Dio”.

Si paragonava a un filo sottile di rame, attraverso il quale passa molta energia che sarà luce, calore, e forza. Come un piccolo apparecchio radio che da solo non parla, ma che trasmette fedelmente la voce di Colui che parla all’umanità, dava a tutti generosamente e gratuitamente conforto, coraggio, aiuto e sostegno morale spirituale e materiale.

Nelle sue omelie parlava molto dei giovani, della famiglia. I più anziani sicuramente ricordano le sue omelie in Cattedrale dove la gente si assiepava per ascoltare la sua voce perché le sue parole trasmettevano una grande emozione.
Chi non si ricorda le sue lunghe passeggiate dal Vescovado al Cimitero, da solo o accompagnato da persone che lo amavano, e quando incontrava i giovani con piacere si fermava a parlare con loro.
Era molto devoto di San Cono e Lo proclamò protettore dei giovani, dedicò una vetrata nella cappella del seminario con l’effige di San Cono perché i seminaristi guardando la figura di San Cono potessero imitarlo nella santità.

Nel suo testamento spirituale scrisse: “Addio! Vado via contento felice! Nulla rimpiango, tutto saluto con brio, felice, lo ripeto, di veder tutto sfumare in un tramonto di sole, mentre altra più vivida luce si proietta in me”.

Ricerche a cura di Cono Di Sarli