Cantinuiamo il nostro viaggio tra i luoghi di culto di San Cono, questa volta facciamo tappa a Buenos Aires in Argentina. Vi ricordiamo i precedenti articoli:  “Un pò di storia… San Cono nel mondo (Brooklyn – New York)  e  “Un pò di storia… San Cono nel mondo (Florida/Uruguay)  in cui vi abbiamo raccontato come si sono svolti gli eventi che hanno portato alla nascita del culto di San Cono. Buona lettura.

san-cono-avellanedaGrazie ai teggianesi, il culto e la venerazione di San Cono é stato introdotto anche in Argentina, dove emigrarono in gran numero fin dalla fine dell’ottocento. Il culto inizialmente si diffuse nella città di Lobos e successivamente nella vicina Saladillo. Invece, solo nel dopo guerra il culto si diffonde nell’Area Metropolitana di Buenos Aires presso la località di “Parque Avellaneda”. In tale area il culto é tutt’ora vivo a testimonianza di un fatto straordinario che ne caratterizza la forte devozione.

Testimone oculare di questo evento è il prof. Antonio Cardellicchio che così ricorda:

san-cono-nella-cattedrale-di-lobosIn Argentina il culto verso  San Cono e iniziato per merito di Concetta Capobianco che durante un naufragio, avvenuto a inizio 900, fece voto promettendo al Santo che qualora si fosse salvata dalla tragedia avrebbe finanziato la realizzazione di una sua immagine. Nel 1946, insieme alla figlia Evelina Macchiaroli (madre del prof. A. Cardellicchio) con l’intento di mantenere la promessa fatta, si recarono al Collegio Pio IX, presso la Basilica di San Carlos, per commissionare la statua del Santo protettore di Teggiano. L’’incarico fu affidato ad un artista spagnolo che si mise subito al lavoro, il quale utilizzò una testa di rara bellezza somigliante alla foto di San Cono fornitogli come modello.

Finito il lavoro lo scultore invitò i committenti a visionarla ma costoro non apparvero convinti in quanto, a loro giudizio, aveva gli occhi celesti e non castani come doveva essere. Lo scultore non si perse d’animo per cui in presenza dei fratelli Capobianco (Concetta e Giovanni), Evelina Macchiaroli ed il figlio  Antonio Cardellicchio, con una sega cominciò a tagliare la statua all’’altezza della nuca per effettuare da lì, la sostituzione degli occhi. Subito l’’attrezzo si bloccò al contatto con un metallo. Si procedette con più attenzione e con grande sorpresa, fu rinvenuto un cofanetto che colpì l’’attenzione sua e di tutti i presenti, tra i quali vi erano anche alcuni sacerdoti della Basilica di San Carlos.

Nel cofanetto furono rinvenute delle ossa e la seguente iscrizione: Osso occipitale Cono Cono”.

san-cono-nella-parrocchia-santos-sabino-y-bonifacioTutti rimasero meravigliati non riuscendo a spiegarsi l’’accaduto. Ci fu un breve consulto tra i sacerdoti che volevano che quella reliquia fosse portato in Curia, invece la signora Concetta Capobianco che fu irremovibile, chiese con forza che la reliquia rimanesse nel petto della statua e così fu. Infine dovendo creare una commissione di San Cono incaricata dell’organizzazione della festa annuale si decise di nominare presidente il diciottenne Antonio Cardellicchio. Ancora oggi si può visitarla e venerarla, nella parrocchia dei Santi Sabino e Bonifacio, sita in via Junta 4083 di Parque Avellaneda.

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Attualmente la commissione continua ad essere rappresentata da emigranti di origine teggianese, ed é così composta: Elio D’Alessio (Presidente), Vincenzo Cantelmi (Vice- Presidente), Antonio Marino (Secondo Vice Presidente) Mario Pisani (Tesoriere).


Gli eventi storici utilizzati per la ricostruzione storica di quanto narrato, sono stati raccolti durante la ricerca universitaria intitolata “Tanos: l’emigrazione meridionale in Argentina e Uruguay” a cura del Prof.  Fabio Ragone.