I mesi passano, gli anni passano ma la devozione, la fede e l’amore per San Cono restano indelebili.

La signora Evelina Cardellicchio con i suoi figli davanti San Cono dormienteIl giorno della befana di quest’anno, è giunta a Teggiano direttamente da Buenos Aires (Argentina) la signora Evelina Cardellicchio con i suoi due figli per far conoscere loro San Cono e per trasmettergli la grande devozione.

Chi è Evelina? Evelina è figlia del prof. Antonio Cardellicchio, testimone oculare di un evento straordinario avvenuto molti anni fa in Argentina. Il professore originario delle Puglie, sposato con una teggianese così raccontò questa storia che ne caratterizzò la forte devozione.

Agli inizi del 900, la signora Concetta Capobianco partì da Teggiano portando con se una immagine di San Cono, attraversando l’oceano per raggiungere l’Argentina. Durante la traversata le forti onde del mare frastagliarono la nave con il pericolo che da un momento all’altro potesse verificarsi una tragedia, fu in quell’istante che la signora Concetta, a bordo di quella nave, stringendo tra le sue mani l’immagine del santo patrono di Teggiano San Cono, fece una promessa che qualora fosse riuscita a salvarsi da quella tragedia, avrebbe finanziato la realizzazione di una statua a immagine di San Cono.

La signora Evelina e i suoi figli con don Andrea e Cono di SarliCosì nel 1946, la signora Concetta insieme a Evelina Macchiaroli, madre del prof. Antonio Cardellicchio, mantenne la promessa fatta.

L’incarico fu affidato ad un artista spagnolo del posto che si mise subito al lavoro. Finito il lavoro, lo scultore invitò i committenti a visionare l’opera, ma la signora Concetta non era molto soddisfatta del lavoro, aveva notato che gli occhi della statua raffigurante San Cono erano celesti e non castani come dovevano essere. Lo scultore allora non si perse d’animo, per cui in presenza di Concetta e suo fratello Giovanni, di Evelina Macchiaroli e suo figlio  Antonio, con una sega iniziò a tagliare la statua all’altezza della nuca per effettuare da lì la sostituzione dell’intera parte del capo con gli occhi di colore castano. Subito l’attrezzo per il taglio si bloccò toccando una parte in metallo. Si procedette con più attenzione e, con grande sorpresa all’interno della statua fu rinvenuto un cofanetto che colpì l’attenzione dell’artista e di tutti i presenti, tra i quali vi erano anche alcuni sacerdoti.

Nel cofanetto furono rinvenute delle ossa con la seguente iscrizione: “Osso occipitale Cono Cono”.

Tutti rimasero meravigliati non riuscendo a spiegarsi l’accaduto. I sacerdoti volevano che quella reliquia fosse portata in Curia, invece la signora Concetta Capobianco fu irremovibile, chiese con forza che rimanesse nel petto della statua e così fu, e ancora oggi l’effige di San Cono porta nel petto quel cofanetto.

La signora Evelina con i suoi figli davanti la statua di San ConoFu creata poi una commissione di San Cono per l’organizzazione della festa annuale e si decise di nominare come presidente, l’allora diciottenne Antonio Cardellicchio. La statua fu esposta alla venerazione nella parrocchia dei Santi Sabino e Bonifacio, al Parque Avellaneda, un quartiere di Buenos Aires in Argentina.

E oggi Evelina, figlia del prof. Antonio Cardellicchio, mantenendo ancora più forte la devozione, ha voluto far visita con i suoi due figli, l’effige di San Cono a Teggiano promettendo che la sua fede e devozione non tramonterà mai.

Dopo circa tre ore di visita, è ripartita con lo sguardo rivolto all’obelisco di San Cono e, con una lacrima che gli solcava il volto, ha promesso di ritornare a Teggiano.

Notando l’emozione che avvolgeva la signora Evelina, anch’io mi sono emozionato e ci siamo salutati con la promessa di rivederci di nuovo qui a Teggiano.