1261 – Ritrovamento dell’urna con le ossa di San Cono in una parete della chiesa del monastero di Santa Maria di Cadossa.
Nella Cronologia de’ Vescovi Pestani, ora detti di Capaccio, di G. VOLPI (Napoli 1752, pp. 48-49), e propriamente nel capitolo riguardante il vescovo Benvenuto, si legge il seguente brano:
“Nel tempo del suo governo, e specialmente nell’anno 1261, si trovò il Corpo del Beato Cono da Diano, Benedettino nella Chiesa del Monastero di Cadossa, in cui Egli era santamente vissuto, e donde per le continue invasioni de’ ladri se n’erano i Religiosi dipartiti.
1333 – Viene fusa la campana della Chiesa di Santa Maria Maggiore, su cui sono scolpite, in altorilievo, la figura del Santo e la scritta “S. Cono”.
1338, febbraio 28 – In un documento conservato nell’archivio della Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, viene attestata, per questa data, l’esistenza a Diano, di una “chiesa di San Cono”, che dipende dal monastero di S. Maria di Cadossa e che possiede, in territorio di Diano, i seguenti beni: “alcune terre laboratorie alla località Pantanello, un prato alla località San Lorenzo, due terre alla località Paterno confinanti con una terra della chiesa di Santo Spirito, una piccola terra alla località Macirrina”
1480 – Sotto il pontificato di Sisto IV, un gruppo di cardinali, fra cui c’è Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro VI, concedono in perpetuo 100 giorni d’indulgenza a chiunque visitasse con devozione la chiesa di Santa Maria di Cadossa nei giorni di Natività, Annunciazione, Purificazione e Assunzione di Maria, di San Cono e della festa della dedicazione della chiesa stessa.
1497 – Verso la metà di dicembre infuriava sotto Diano l’assalto alle mura da parte dei soldati spagnoli comandati dal Gran Capitano Consalvo di Cordova. I Dianesi invocano il loro Santo Protettore, e la tradizione popolare vuole che San Cono appare sulle mura della città a difendere i suoi concittadini.
1583, marzo 21 – Il Parlamento della città di Diano, prendendo atto che la cappella dove sono le Ossa di San Cono non è tenuta con il dovuto rilievo, decide di “pigliare resolutione che il Beatissimo Corpo di Santo Cono sia tenuto con più veneratione”, conferendo anche più decoro al luogo in cui è esposto. A tal fine viene nominata una commissione composta dall’abate e arciprete di Santa Maria, e dai magnifici Fabio Maitano, Andrea Schifello, Lorenzo Savino, Giovan Donato Corrado e Lorenzo Babino.
1586, luglio 17 – In quest’anno il culto del Protettore di Diano ha un altissimo riconoscimento ufficiale, quello del Papa Sisto V, il quale nel suo Breve pontificio, col quale trasferiva la residenza della Diocesi da Capaccio a Diano, tra le tante attrattive di questa città, menzionava la Chiesa di Santa Maria Maggiore, nella quale – dice il Papa “iacet Corpus Beati Coni, quod magno finitimorum etiam populorum cuncucursu et devotione celebratur”. Come si vede, in quel tempo il culto di San Cono registrava un grande concorso di popolo delle zone confinanti col Vallo di Diano.
1595, novembre 30 – Il Sindaco dell’Università di Diano riferisce che “la cappella de Santo Cono, dove risiede il suo Corpo santissimo, sta senza lampada accesa, et per decentia del detto Glorioso Santo protettore de questa patria serìa bene darla a lume”. Il parlamento decide che “si concede un pezzo di terra nel Piaggio, difesa dell’Università, per piantarsi d’olive, il cui frutto serva a mantenere accesa la lampada del Santo”.
In questo stesso anno viene pubblicata a Cosenza la Vita Sancti Coni, scritta dal suddetto Fabio Buonomo.
1612 – Monsignor Pietro de Matta Haro. “Venuto in diocesi, si applicò immediatamente alla santa visita, e incominciando da Diano, volle prima vistare il Deposito de Beato Cono, il quale fin dal’anno 1261 si conservava nella Chiesa di S. Maria Maggiore, e facendo aprir l’arca di piombo, in cui era stato riposto, in essa ritrovò il cranio, le coste, e le ossa delle cosce, e delle gambe, più bianche dell’avorio, delle quali ne distribuì alcune a diverse persone dabbene, e spezialmente diede a D. Felice Monaco Certosino in S. Lorenzo della Padula la metà del cranio, che in quella Chiesa di presente si venera, e acciocché con decenza maggiore fosse quel Deposito custodito in un’altra più nobile della medesima Chiesa”.
1688, maggio 9 – Durante una seduta del Parlamento di Diano il Sindaco dice ai presenti: “Si propone, per buona corrispondenza di tante grazie et miracoli che giornalmente ricevemo dal Glorioso S. Cono nostro Protettore, doveriamo solennizzare al festa della Traslazione del Suo Corpo, et in quel giorno fare solenne processione con portare le reliquie del suo santo corpo, et quello giorno solennizzare come fosse giorno di festa”. La proposta del Sindaco viene approvata.
1714 – In quest’anno viene scolpita la statua di San Cono, che si ammira nella Cattedrale di Teggiano. E’ una grande scultura lignea di Domenico Di Venuta (1687-1744), nativo di Bagnoli Irpino (AV), e formatosi prima negli ambienti artistici napoletani e successivamente in quelli romani e fiorentini.
1740 – Una iscrizione situata all’esterno (sul lato sinistro) della Cappella di San Cono, in Cattedrale, dice che Cono Luchino del Verme, originario di Verona ma patrizio di Diano, vescovo prima di Fondi e poi di Ostuni, il 9 luglio 1740, consacrò solennemente l’altare dedicato a San Cono.
1807 – In quest’anno fu scolpita, dallo scultore Andrea Cariello di Padula, la statua di “San Cono dormiente”, situata sotto l’altare della Cappella di San Cono, nella Cattedrale. Nel petto della statua sono custodite alcune reliquie delle Ossa e dei vestiti il resto delle reliquie furono messe in una cassa di piombo.
1857 – Detta cassa fu riaperta dal sullodato primo Vescovo di Diano Monsignor Vignone nel 1857, e tolte dalla medesima le ossa del Santo, le ripose nella statua appositamente locata sotto il detto altare nell’atteggiamento di dormiente, chiusa da lastre. La cassa poi di piombo colla corrispondente griglia di ottone sta allogata nel muro opposto, il che viene ricordato da un marmo con questa legenda:
Sancti Coni civis ac Patroni Dianen, quae huc mirabiliter translata Anno Domini MCCLI. Et hoc plumbeo Sarchophago custodita sub proxima ara ipsi dicata iacebant, Illustrissimus, Pius et primus Episcopus Dianen D. Valentinus Vignone Die XXIX Maij MDCCCLVII Eodem loco decentius reposuit exposuitque. Vos omnes cives Christique fideles venera minor.
Cfr. S. MACCHIAROLI, cit., p. 140.
Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre di quell’anno, si scatenò un terremoto che apportò distruzione e morte nel Vallo di Diano, tranne che a Teggiano, per cui la mattina seguente “i dianesi, temendo che si verificassero repliche del terribile evento, eressero in piazza Portello un ‘altare portatile’, sul quale collocarono la statua lignea del Di Venuta, scolpita nel 1714. Contemporaneamente essi cominciarono la raccolta di offerte (danaro e oggetti d’oro), per la costruzione di un Obelisco che ricordasse ai posteri l’azione taumaturgica del loro Protettore durante l’evento sismico”.
Nella sera del 21 dicembre 1857 si verificò un evento straordinario, di carattere sovrannaturale, che ebbe come testimoni tutti coloro che erano riuniti in preghiera davanti alla statua di San Cono: dalla scarpa del piede sinistro della statua sgorgò ripetutamente la manna. Di tale prodigio fu redatto, a richiesta dei cittadini presenti, un pubblico documento dai notai don Polo Matera e Cono Carrano. Ne riportiamo il testo:
“Ferdinando II, per grazia di Dio, Re delle Due Sicilie, di Gerusalemme, Duca di Parma, Piacenza e Castro, Gran Principe Ereditario di Toscana ecc. A tutti i presenti e futuri salute.
L’anno 1857, il giorno 21 dicembre, alle ore 22 in Diano.
A richiesta delle Autorità Ecclesiastiche, Civili e Municipali: Signori Don Michele Canonico Decano Marmo fu D. Luigi, Signor R. Giudice di questo Mandamento di Diano D. Francesco Grisolia di Cav. Nicola, Sig. Sindaco di questo Comune D. Alfonso Sanseverino di Giuseppe nonché ad istanza di questa popolazione.
Quivi tutti domiciliati e noi tutti notai ben noti.
Noi, Paolo Materia di Saverio e Cono Carrano fu Gaetano, nati e residenti in questo Comune di Diano, Provincia di Principato Citra, con gli studi in casa propria, siti il primo in Piazza e il secondo avanti la Cattedrale.
Ci siamo conferiti nella pubblica piazza e precisamente all’ingresso del luogo detto Portello, a sinistra, ove era eretto un altare portatile a causa del desolante flagello del terremoto, che sin dalla notte del 16 di questo mese di Dicembre, tiene in spaventevole agitazione gli animi con non pochi danni di vittime e di fabbricati nei paesi circostanti, meno in questa Città di Diano, che mercé la intromissione del Santo Protettore di questa città, “S. Cono”, non è a deplorarsi alcuna vittima. Per la quale circostanza, espostasi la statua del detto Protettore, questa popolazione distruggesi in dirotte lagrime nelle fervide preghiere: esternandosi con digiuni, discipline e continue orazioni giorni e notti perduranti sin oggi, a segno che, mosso il Santo Protettore Cono da tanta compunzione di cuore dei suoi devoti concittadini, volendo mostrare che, offerte le loro devote preci al’Altissimo, ottenuto aveva la grazia della liberazione della sua patria, testificavalo col prodigioso miracolo di una stilla di manna sulla punta della scarpa del suo piede sinistro, ed a sinistra della stessa, che, nonostante prosciugata dai ministri del Santuario con pannolino, istessamente si è riprodotta per tre volte, simbolo che, con i suoi santi piedi, quasi ha frenato la terra dalle sue replicate scosse.
Prodigio che sorge nel momento istesso in cui il cielo, coperto di strette nubi, già si prepara a salutare pioggia. Per quale evidente prodigio che sorge alle ore venti e mezzo di questo giorno, questa popolazione per contrassegnare gratitudine al Santo tutelare, ha presentato dei donativi di oro che ciascuno adornava, nonché larghe oblazioni in contanti, con la ferma volontà di rendere solenne e sacro nel riscontro della liberazione della patria il giorno diciassette dicembre già dedicato al suo patrocinio. Ed affinché resti imperituro monumento delle sue particolari grazie concesse a questa devota popolazione e del surriferito prodigio, che oculatamente è stato osservato da noi notai sopra menzionati e dal popolo, se ne è redatto il presente verbale di contestazione, pronti a ratificarlo anche con giuramento nel caso di processo canonico.
Del presente verbale se ne è dato da me notaio Matera lettura a chiara ed intelligibile voce ai soprannominati e popolo tutto.
Fatto e pubblicato nel giorno, mese ed anno come sopra qui in Diano Provincia di Principato Citra, nel suindicato luogo alla presenza di tutti i sopradetti sottoscritti da noi notai, ripetute Autorità, Reverendissimo Capitolo e gentiluomini. Firmati Michele Decano Marmo, Francesco Grisolia Giudice Regio – Giandomenico Macchiaroli Giudice supplente – Alfonso Sanseverino Sindaco – Francesco Canonico Maida – Stefano Macchiaroli Canonico Teologo . Francesco Canonico Macchiaroli, Alessando Canonico Gallo Penitenziere, Antonio mansionario Galliani, Diego Canonico Ferri di Nicola, Cono Canonico D’Elia fu Gaetano, Girolamo Matera, Gaetano Macchiaroli fu Onofrio, Cav. Francesco Colletti Capo Urbano, Domenico Manganella, Giovanni De Honestis di D. Pasquale, Saverio Matera, Pasquale Matera, Giuseppe La Maida fu Carmine, Salvatore D’Elia fu Gaetano, notar Cono Carrano fu Gaetano, residente in Diano, con notaro Matera abbiamo redatto il presente verbale da me Matera cifrato ed apposto il segno del Tabellionato.
- 1238 reg. a Diano li 26 dicembre 1857, Libro I, Vol. 48, Fol. 53, Casella II, grana 80, N. 498, Diritti di Archivio grana 10, Gratis, il Ricevitore.
Firmato Giuseppe La Maida. Vi è il suggello”.
1858 – Esattamente un mese dopo il terremoto, cioè il 18 gennaio 1858, una deputazione della cittadinanza dianese, con atto pubblico rogato dal notaio Cono Carrano costituì un comitato incaricato di erigere un Obelisco a San Cono.
Il 19 maggio viene stipulato, dal notaio Cono Carrano, il contratto tra Alfonso Sanseverino Sindaco di Diano e Saverio Trotta costruttore di Padula.
1871 – La Sacra Congregazione dei Riti, per istanza del vescovo di Diano, Mons. Domenico Fanelli, conferma solennemente il culto reso ab immemorabili a San Cono. Il Papa Pio IX ratifica e conferma il Rescritto della Sacra Congregazione proclamando ala santità del Protettore di Teggiano.
1887 – Il 3 giugno, giorno della festa patronale. si ha l’inaugurazione dell’Obelisco sormontato dalla bronzea statua di San Cono, fatta eseguire in una fonderia di Napoli.
1961 – (27 agosto-27 settembre) – Solenni celebrazioni per il Settimo centenario della Traslazione delle ossa di San Cono a Teggiano.
(27 agosto) Ricognizione delle Ossa. Il Vescovo di Teggiano, Mons. Stefano Tinivella (assistito da un Comitato d’Onore composto da canonici, da alcuni medici chirurghi, dal Sindaco di Teggiano, Prof. Vito Trezza, dal nobiluomo Gaetano Pssarelli proprietario del sito di Cadossa e da alcuni esponenti del Comitato Feste di San Cono
(20-23 settembre) – Peregrinatio della statua di San Cono dormiente nelle Parrocchie di San Marco, di Prato Perillo e di Pantano.
(27 settembre) Lapide commemorativa del Settimo Centenario della Traslazione di San Cono, posta in Cattedrale. Un’altra lapide, sempre in Cattedrale, ricorda la partecipazione, alla solenne ricorrenza della Traslazione, di Sua Eccellenza Giulio B. Pons, Ambasciatore dell’Uraguay.
1971, 2 giugno – Solenne celebrazione del 1° Centenario della canonizzazione di San Cono.
1981 – Lo spavento per il terremoto del 1980 rinnova il fervore religioso per San Cono, Come nel 1857, anche questa volta si invoca la protezione del Santo sulla città e anche in questa occasione nasce un poemetto dialettale che rievoca l’accaduto e celebra l’azione taumaturgica del Protettore di Teggiano. Esce così, nelle edizioni di Pietro Laveglia, un volumetto dal titolo Santu Cono e lu tirramotu ti lu ’80, di Arturo Didier. Ne riportiamo alcuni versi:
1987 – Primo Centenario dell’Obelisco di San Cono, con numerosi eventi religiosi e culturali che registrano una grande partecipazione di fedeli, tra i quali ci sono molti teggianesi emigrati in diverse parti del mondo.
2007 – In questo stesso anno viene allestito a Teggiano, a cura del Comitato Feste, il Museo di San Cono, allogato in un piccolo locale prospiciente all’antico Seggio della città. Si tratta di una splendida esposizione di quadri, stampe, libri, foto d’archivio, paramenti sacri e due pannelli sui quali è possibile leggere il testo di due poemetti in dialetto teggianese, che rievocano la vita di San Cono e che sono stati scritti e pubblicati rispettivamente nel 1887 da Nicola Marmo e nel 1980 da Arturo Didier.
2013, novembre 6 – In piazza San Pietro a Roma, papa Francesco benedice la statua di San Cono, alla presenza di molti teggianesi, di S. E. Mons. Antonio De Luca, vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro e del canonico don Giuseppe Puppo, parroco della Cattedrale di Teggiano.
SONO ALLA RICERCA DI QUALCHE LIBRO SULLA VITA DI SAN CONO. DOVE POSSO TROVARLO?
GRAZIE
Signor Gaetano scusi se rispondo in ritardo, presumo che lei è siciliano se è così e abita a San Cono posso mandarla da alcuni amici di San Cono