Cari amici lettori, come vi avevamo promesso nel primo articolo “Un pò di storia… San Cono nel mondo (Brooklyn – New York)“, eccoci di nuovo qui a raccontarvi questa volta come si sono svolti gli eventi che hanno portato alla nascita del culto di San Cono in Florida, Uruguay.
Considerata la lunghezza del racconto abbiamo spalmato l’articolo su 2 pagine e  nella speranza di non annoiarvi, vi auguriamo una b
uona lettura.

Nell’anno 1870, due teggianesi molti devoti di San Cono emigrarono in Uruguay, e durante il viaggio per assicurarsi la salvezza, fecero un voto a San Cono che prevedeva la costruzione di una statua in suo onore.
Si stabilirono in Florida, città ubicata a 100 Km da Montevideo con una popolazione di circa 30.000 abitanti, capoluogo del Dipartimento di Florida con una superfice di oltre 10.000 Km quadrati, ed anche sede vescovile.
Nella città che accolse i due Teggianesi si trova attualmente la cappella di San Cono dove ogni anno il 3 giugno si celebra una grande festa religiosa. La Cappella (benedetta nel 1888) nella sua prima edificazione era molto semplice, appena un grande salone con l’altare in fondo e il campanile sul portale. Oggi presenta una navata principale, che permette ai fedeli di ammirare la statua del Santo, e una navata laterale che termina nella Sagrestia.

Dietro a questo ampio salone, vi sono esposte le offerte votive donate al Santo

chiesa san cono uruguayAnnesso alla Cappella, esiste un chiostro ed un locale utilizzato esclusivamente per contenere le centinaia di candele accese, offerte dai fedeli al Santo, durante la sua festa. Nel corso degli anni, la Commissione amministrativa (composta dagli italiani teggianesi, e successivamente dai loro discendenti) realizzarono diversi miglioramenti e modifiche, fino ad arrivare all’attuale configurazione. Chi arriva alla Cappella di San Cono noterà che vi sono custodite gelosamente due immagini del Santo di Teggiano (Salerno); quella posta sull’altare (di fronte al portale) e un’altra più grande, che viene conservata in una nicchia vetrata (generalmente aperta), alla quale vengono indirizzate le offerte e che presiede la processione ogni 3 giugno.

L’immagine del Santo sull’altare è quella che arrivò per prima in Florida, trasportata dall’Argentina a Montevideo con una nave, e da lì fino a Florida con un carro, mentre la seconda portata direttamente dall’Italia da Blas Aloy; quest’ultima, realizzata in legno, risale ad oltre trecento anni fa. Inoltre nella Cappella vi si trovano sette dipinti; quattro di questi posizionati a sinistra rispetto all’ingresso, raffigurano i miracoli più conosciuti che San Cono ha realizzato nel suo paese natale (Teggiano), gli altri tre dipinti, posizionati sulla destra rispetto all’ingresso, raffigurano la Vergine Maria, a cui il giovane Cono era molto devoto.

Dei dipinti dedicati a San Cono, il primo ritrae il momento in cui il giovane Cono scappò dalla propria casa per dedicarsi alla vita religiosa nel monastero di Cadossa, e per evitare che i genitori lo riportassero a casa, si nascose nel forno ardente della cucina del monastero, dove rimase illeso, senza ustionarsi, tra la brace ardente, come segno Divino affinché la sua decisione fosse rispettata ed appoggiata dai suoi genitori.

Il secondo dipinto rappresenta la soluzione trovata dai due paesi (Teggiano e Padula) che, in disputa tra loro, si contendevano i resti mortali di San Cono. La bara fu trasportata fino all’incrocio tra le due strade che arrivavano ai paesi contendenti, poi venne riposta su un carro trainato da due buoi senza essere guidati, che spontaneamente intrapresero il cammino verso Diano (oggi Teggiano), senza fermarsi fino a quando non giunsero alle porte del paese.

La terza immagine, mostra l’assedio di Diano (Teggiano) da parte dell’esercito di Federico D’Aragona.

Il quarto dipinto, infine, rappresenta il furioso terremoto che colpì Diano e che oltre a causare molte vittime, determinò il pericolo di crollo della torre campanaria.

Il primo gruppo di emigrati teggianesi

Questo primo gruppo, soprattutto contadini che si dedicavano alla produzione di ortaggi per il consumo locale, era composto da: Aloy, Bruno, Casella, D’Alto, Morella e Pezzani.

statua san cono uruguayNel 1885, questo gruppo di italiani a Florida decisero di far uscire in processione per la prima volta il loro santo. L’annuncio di questo avvenimento produsse in principio uno stato di resistenza negativa, ad eccezione della colonia italiana, tuttavia la festa inaugurale contò la partecipazione di molte persone. Quando il Santo percorreva le strade della città, la folla raggruppata sui balconi, sui viottoli, sulle porte dei bar, salutava la comitiva con un sorriso diffidente forse perché gli abitanti del luogo non erano abituati alle espressioni pubbliche di devozione. In quella stessa notte, ci fu una forte scossa di terremoto, proprio in quella terra, dove per la sua struttura geologica non si erano mai verificati dei terremoti, ne avvenne uno che colpì unicamente le case di quelle famiglie che avevano riso al passaggio del Santo.

Naturalmente, gli uruguayani colpiti capirono che erano stati i destinatari di un avviso divino, per cui divennero i più devoti seguaci del santo degli italiani, nonostante la disgrazia che questo gli aveva procurato.

Da quel  momento San Cono comincia ad essere accettato come santo uruguayano, anche se alcuni uruguayani devoti di San Cono, non conoscevano la vera origine del Santo, e la maggior parte pensava che fosse uruguayano. Ben presto fu riconosciuto anche nei paesi vicini e in tutto lo Stato

Nel 1917, una nuova Costituzione sancì in Uruguay la separazione tra Stato e Chiesa, riconoscendo a quest’ultima la proprietà di tutti i templi eretti sul territorio con fondi dell’erario nazionale: in questa legge non rientra la cappella di San Cono, eretta invece con i risparmi dei coloni che rimase quindi di loro proprietà, anche se un prete della parrocchia di San Jose andava due volte all’anno a celebrare la S. Messa.