La memoria grata di un presbitero

umberto-luciano-altomareLa paternità del Vescovo si manifesta certamente nel custodire e curare le pecore a lui affidate dal Cristo e nel confermare nella fede i fratelli, ma anche nel guidarle sui sentieri del mondo dentro la storia, confidando solo sulla verità del Vangelo.
E’ questa la testimonianza spirituale e lo stile pastorale di S. E. Mons. Umberto Altomare. (scheda biografica)
Ha vissuto la concretezza di una carità e di un servizio episcopale, vissuto in modo diuturno e senza risparmio. Inoltre l’icona del Buon Pastore, il Cristo, ci permette di raccontare come il Vescovo sentisse profondamente la responsabilità del suo gregge a cui ogni giorno consegnava il messaggio di una carità operosa che nasceva dal cuore che ama e provvede.

duc-in-altumHa incarnato il suo motto episcopale Duc in Altum” che nello stemma presentava l’immagine di una barca, quella di Pietro e lui come successore degli apostoli doveva portare nell’approdo sicuro a Cristo. E’ la certezza di un pastore che ha orientato la rotta della Chiesa guardando al Cristo pietra angolare armonizzando il cammino di noi comunità di fedeli laici e sacerdoti.
Era un Pastore magnanimo e temporeggiatore, ma ha operato scelte coraggiose, tenuto conto del tempo difficile attraversato dalla società e dalla Chiesa, non sempre facili ed evangelicamente controcorrente. I ricordi sono tanti e oggi mi fanno sentire la ricchezza di una testimonianza e il dono di camminare con lui e sentirsi protetto e voluto bene, al di là di tutte le contraddizioni.

Umberto Luciano AltomareRicordo alcuni episodi significativi: la vicinanza agli operai che avevano occupato la Latte Silla” con cui aveva solidarizzato, lui estremamente prudente celebrando la messa nella fabbrica occupata e facendo sapere a chi governava che non si poteva rimanere inerti di fronte alle tante famiglie e alla perdita del lavoro in una realtà economica e sociale già molto fragile. Ricordo la sua delicatezza nel comunicarmi che, senza averlo manifestato, aveva ascoltato l’appello che veniva dalle famiglie e che era stato da me, giovane seminarista, amplificato in un radiogiornale di Radio Vallo. Bussava a tutte le porte, anche dovendo ingoiare il rimprovero di un Vescovo del Nord che gli rimproverava lo stile delle “raccomandazioni”, ma lui, nonostante tutto era certo di innestare un percorso di riscatto per quegli invisibili che non avrebbero mai avuto la considerazione e l’attenzione dei potenti. Egli raccontava che da Parroco a San Giovanni in Fiore durante le benedizioni delle famiglie era solito rilevare la povertà attraverso segni inequivocabili come, l’assenza di salami appesi, era un segno che la famiglia viveva in povertà assoluta ed è per questo che diventerà il Parroco che distribuiva con generosità gli aiuti che provenivano dalla Pontifica Opera Assistenza.

Ma non si fermava ai beni materiali, egli accompagnava la famiglia indirizzando il capo famiglia o i giovani verso un’attività lavorativa che avrebbe restituito dignità e reddito.

Come anche negli anni 70/80 si apre alle nuove povertà in due avvenimenti significativi:

– nel 1980 chiede alla diocesi di Teggiano di farsi prossima verso le comunità vicine della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno comunicando all’arcivescovo Pollio che con aiuti e volontari avrebbero condiviso il gemellaggio fra Chiese sorelle.

– l’istituzione della piccola pre-accoglienza per tossicodipendenti nei locali della Parrocchia di Sant’Agostino in Teggiano. La gente, ancora non a conoscenza che anche i suoi giovani erano già vittime della tossicodipendenza, o meglio la cosiddetta maggioranza silenziosa reclamava presso il politico di turno che si impegnava a presentare le rimostranze a Mons. Altomare: lui ascoltava e accoglieva, e prendendo il bollettino della diocesi, faceva presente che questa attività non era stata da lui subita, ma era stata deliberata come Chiesa Locale e approvata in consiglio presbiterale. In definitiva toccava alla Chiesa attuare queste opere socio assistenziali per rendere visibile la carità anche se nel rispetto della comunità.

Mons. Umberto AltomareIl tempo trascorso nella diocesi di Teggiano e Policastro è un tempo di gravi tensioni sociali, e a Sapri si succedono manifestazioni fino al blocco della ferrovia perché l’ospedale venga reso disponibile avendo dopo tanto tempo, ultimato i lavori. La comunità cristiana è coinvolta anche con la presenza attiva del Parroco e lui seguirà l’evolversi della situazione con ansia pastorale e invitando tutti alla concordia e conservando la comunione ecclesiale, finalità che raccomanda a due giovani presbiteri chiamati a intervenire a un dibattito sul tema in una festa di partito.

E’ anche quella una scelta coraggiosa che verrà stigmatizzata dai benpensanti e che non scalfirà la sua chiarezza di idee, senza infingimenti e con verità nella carità. Si concretizza in lui quell’insegnamento di Giovanni XXIII che lo ha scelto come Vescovo: la distinzione fra l’errante e l’errore.

Egli crede fortemente nella Provvidenza e nell’azione dello Spirito che guida la Chiesa e lui vuole solo leggere, come lo ha fatto anche con il sottoscritto e con tanti altri, la sincerità e la buona intenzione e poi lascia fare alla grazia e fa toccare con mano a chi è in difficoltà che egli, a somiglianza di Dio, sa usare la misericordia e non il giudizio e che, come il Padre del Figliuolo Prodigo, guarda in modo discreto l’orizzonte, sapendo che amando in modo discreto si può favorire il ritorno a casa, dimenticando tutto ciò che ha reso difficile il rapporto fra il Padre e i suoi figli.

Infine un piccolo aneddoto: era solito convocarti per affidarti un incarico e lo faceva con amorevolezza e autorevolezza e quasi mai vestendosi di autorità, richiedeva un’ubbidienza non formale né sottomessa, ma schietta e ragionevole ed eseguita con gioia, per cui a volte a qualcuno che si lamentava del carico di lavoro lui candidamente chiosava: “chi ha già altre incombenze farà anche l’ultima che gli chiedi e troverà il tempo per farla, ma chi vive nell’ozio, non farà nemmeno l’unico incarico che gli affidi”.

Don Andrea La Regina