L’immagine della “Congrega di S. Cono” ricamata sulla fascia

Tempo fa, durante una mia lettura sulle origini e diffusione delle Confraternite e Congreghe Religiose nei secoli, mi chiesi: come mai non era stata pensata una Congrega di San Cono fra le numerose esistenti? Perché i teggianesi non avevano pensato di istituire una Congrega a Lui dedicata, visto che la devozione per il loro caro santo San Cono era, ed è intramontabile, come si può notare in un manifesto datato Maggio 1914 della solenne festa di San Cono del 3 giugno di quell’anno, in cui in una NOTA in calce si leggeva che:

“Il procuratore della festa di S. Cono, Cono Dei Baroni D’Alitto, con piena intelligenza dell’Ecc.mo Vescovo e del Rev.mo Parroco della Chiesa Cattedrale, lancia al pubblico l’idea di voler far fondere una statua del Glorioso Santo Concittadino, in argento della grandezza e posa dell’esistente in legno. Le offerte con tale destinazione specifica, verranno depositate, man mano, sulla Cassa di Risparmio dello Stato; e, quando la somma congrua sarà raggiunta, la statua verrà ordinata. Ciò proverà ai posteri che la fede in S. Cono sempre più ingigantisce e s’innalzi.”

Ho sempre pensato che alla fine l’idea della statua in argento non si concretizzò evidentemente per via dello scoppio della prima guerra mondiale, per cui fu accantonata per sempre.

Iniziai così le mie personali ricerche, chiedendo alle persone più anziane di Teggiano se ricordassero l’esistenza di una “Congrega di San Cono”, ma non c’era traccia, nessuno ricordava nulla e nessuno sapeva niente di tutto questo, per cui mi rassegnai.

Il sig. Antonio Gangone (anno 1997)

Un giorno, era il 1997, davanti a un bar si discuteva di questo e si avvicino un ragazzo, Vincenzo Marruocco di origine teggianese che viveva a Napoli, dicendomi che aveva visto in una cassapanca del nonno Antonio Gangone che viveva a Teggiano, (Priore della Congrega di Santa Margherita), una fascia arrotolata ma non sapeva cos’era.
Mi assicurò di parlarne con il nonno e dopo un po di tempo Vincenzo mi riferì che il nonno era molto discreto e non intendeva parlarne perchè era un ricordo di famiglia.
A questo punto chiesi se era possibile incontrarlo per parlarci personalmente, e così fu, il giorno dopo lo incontrai e lo convinsi almeno a farmela vedere per cercare di capire di cosa si trattava.

Con grande meraviglia e stupore, appurai ciò che erano i miei presagi, si trattava proprio di una fascia di colore marrone scuro (colore del vestito benedettino) alla cui estremità c’erano due rosoni ricamati in argento, mentre al centro risaltava l’immagine di San Cono sempre in argento con la scritta “Congrega di S. Cono”. L’interno della fascia invece, era di colore nero con una croce al centro perché quando si partecipava ad un funerale di un socio della Congrega, si usava al contrario e si girava con la fascia in segno di lutto.

La mia gioia fu immensa e dopo tanta insistenza, lo convinsi a darmela per esporla nel museo di San Cono, dove tutt’ora si trova a disposizione dei visitatori.
Il signor Antonio Gangone prima di darmela tenne a precisare che quella fascia era appartenuta al nonno, nel 1800 circa.

Così si è potuto appurare la vera esistenza della “Congrega di S. Cono” di cui si erano perse le tracce nel tempo.

In quel periodo in cui si appurò l’esistenza della “Congrega di S. Cono” esistita molto tempo prima, a Teggiano fu fondata l’associazione “I fratini di San Cono” tutt’ora esistente formata da coloro che portano la statua durante la Processione di San Cono.
Sono stati promossi molti incontri, sono stati eletti un Priore, un Vice, un Cassiere e un Segretario, estendendo l’iscrizione a tutti, anziani, giovani e bambini.
L’abito dei fratini è a somiglianza del vestito di San Cono, di colore bianco con lo scapolare nero.